Nell’ambito della progettazione delle opere civili, risulta di fondamentale importanza verificare l’impatto che queste possono avere su eventuali depositi archeologici ignoti, ai fini di garantire tempi certi di realizzazione. Fino ad oggi, la metodologia prevalente era l’esecuzione di indagini dirette sul campo, soprattutto mediante la realizzazione di saggi archeologici e carotaggi, con un elevato impegno in termini sia di tempi che di costi.
Si è perciò reso necessario individuare e accreditare soluzioni speditive ed efficaci, investendo sulla costruzione di un expertise interna e sulla sperimentazione di tecnologie più moderne, utili a verificare le eventuali criticità archeologiche entro tempi compatibili con quelli a disposizione e con costi contenuti.
Le prime sperimentazioni eseguite dalla SO Archeologia hanno evidenziato come il potenziale informativo di tali metodologie aumenta sensibilmente quando diverse tecniche di telerilevamento vengono integrate tra loro: tale strategia può prevedere indagini aeree con sensori passivi o attivi e prospezioni geofisiche estensive. I casi dei progetti del “Collegamento con l’Aeroporto di Olbia” e del lotto 3 della linea Palermo- Catania, i cui risultati sono confluiti in pubblicazioni scientifiche, hanno ben evidenziato il ruolo dell'“archeologia preventiva senza scavo”, oramai perfettamente in grado di restituire il potenziale archeologico di un’area e di indirizzare, in presenza di anomalie, eventuali indagini dirette evitando così l’esecuzione di dispendiosi saggi sterili.
In questo contesto, la S.O. Archeologia ha ulteriormente affinato un protocollo operativo che previlegia l’utilizzo estensivo di indagini geofisiche con l’obiettivo di valutare immediatamente la compatibilità dell’opera con il patrimonio archeologico delle aree interessate.
L’innovazione apportata si basa, quindi, su due criteri principali:
La SO Archeologia è in grado di offrire servizi utilizzando in maniera singola o integrata sensori aviotrasportati con droni (Lidar, multispettrali, termici, magnetometrici) e le più tradizionali tecnologie di remote sensing terrestre (magnetometria, georadar, elettromagnetismo, tomografia elettrica).
Nello specifico le tecnologie utilizzate sono:
LiDAR (Light Detection and Ranging)
È una tecnologia che utilizza impulsi di luce laser per misurare distanze e creare mappe tridimensionali di superfici e ambienti. In pratica, un dispositivo LiDAR emette impulsi laser verso un bersaglio e misura il tempo che impiegano a tornare indietro dopo aver colpito l'oggetto. Con queste informazioni, si può calcolare con grande precisione la distanza e, combinando molte misurazioni, si ottiene una rappresentazione dettagliata dell'area analizzata. È una tecnologia molto utile in vari campi, tra cui l'archeologia dove LiDAR permette di scoprire e documentare siti e altri elementi archeologici anche sotto fitte foreste o terreni difficili da esplorare con metodi tradizionali.