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La diversione modale generata dalle nuove infrastrutture ferroviarie

Uno strumento per la decarbonizzazione e transizione energetica del settore trasporti

Italferr adotta nei propri processi di progettazione un approccio basato sul Life Cycle Thinking (LCT), una metodologia che consente di concepire l’opera infrastrutturale guardando al suo intero ciclo di vita, concentrandosi non solo nella fase di costruzione, ma anche in quella di esercizio, manutenzione e dismissione. L’obiettivo è quello di avere una visione sistemica, capace di valutare in maniera integrata l’opera infrastrutturale e il servizio di trasporto che essa abilita.

Riferendoci alla fase di esercizio dell’opera, uno dei principali effetti derivanti dalla realizzazione di un’infrastruttura ferroviaria è il miglioramento del sistema di trasporto spostando su ferro il trasporto di passeggeri e merci e riducendo le percorrenze delle altre modalità di trasporto (quali quella su gomma). Tale effetto si definisce come Diversione Modale (Modal Shift).

Le analisi condotte da Italferr per valutare gli effetti della diversione modale, integrano le caratteristiche specifiche del progetto con il contesto in cui l’infrastruttura si inserisce, affiancando all’effettiva prestazione del sistema treno-ferrovia la definizione di un’evoluzione del parco veicolare circolante relativo al trasporto su gomma in grado di considerare sia le caratteristiche dell’area di analisi (tipologia di alimentazione, classe emissiva, cilindrata, ecc.) che gli effetti dello sviluppo tecnologico e delle politiche di transizione energetica del settore automotive.

Tale aspetto si rende ancor più necessario considerando che tali valutazioni vengono effettuate per un periodo commisurato alla vita utile economica del progetto e si estendono per un arco temporale sufficientemente lungo da poterne cogliere i benefici nel medio-lungo termine.

Gli studi di trasporto analizzano in questo arco temporale gli effetti prodotti alla domanda di traffico passeggeri e merci dalla realizzazione e messa in esercizio del progetto ferroviario, stimandone l’impatto sul flusso veicolare e quantificando la diversione modale. Nello specifico, tali studi analizzano concretamente gli effetti del modal shift, confrontando lo Scenario di Progetto, caratterizzato dalla presenza dell’infrastruttura ferroviaria, con lo Scenario di Riferimento (o Inerziale) in cui la domanda di traffico passeggeri e merci sarebbe stata soddisfatta da altre modalità di trasporto (es. autoveicoli, mezzi pesanti, ecc.). Grazie al confronto tra i due scenari è possibile quantificare l’incremento delle percorrenze associato al trasporto su ferro e il conseguente decremento delle percorrenze delle altre modalità di trasporto, come quella su gomma.

Di conseguenza, facendo uso delle risultanze dello studio di trasporto, è possibile stimare in modo specifico la riduzione delle emissioni climalteranti ed inquinanti correlata allo shift modale. La valutazione di tali benefici viene sviluppata considerando l’evoluzione del parco veicolare circolante, quali il percorso verso l’elettrico del trasporto su gomma, attraverso lo sviluppo di specifici scenari previsionali. Inoltre, la riduzione delle emissioni climalteranti viene effettuata considerando le emissioni dirette ed indirette, secondo un approccio Well To Wheel.

Al beneficio energetico ed ambientale dello shift modale, è necessario però associare anche l’impatto derivante dalla nuova offerta commerciale ferroviaria. A tal riguardo, grazie all’uso di specifiche simulazioni è possibile quantificare puntualmente i consumi energetici associati alla trazione ferroviaria. Infine, facendo uso di opportuni coefficienti di emissione, è possibile stimare gli impatti associati ai consumi energetici relativi alle percorrenze della nuova offerta ferroviaria, considerando  il framework nazionale ed europeo per il settore produttivo dell’energia elettrica e fonti rinnovabili.

Un esempio è rappresentato dal progetto del potenziamento ferroviario della linea Roma-Pescara, dove le analisi sono state sviluppate considerando il “Global Project” il quale comprende tutti gli interventi previsti sul collegamento nell’orizzonte temperale di lungo periodo. In base allo studio di trasporto, sono state definite le variazioni di traffico, in termini di treni.km e veicoli.km con riferimento al traffico viaggiatori (treni regionali e auto private) e al traffico merci (treni merci e veicoli merci). Tali variazioni hanno evidenziato che, a fronte di un incremento di traffico ferroviario, si registra una diminuzione rilevante del traffico stradale (superiore ad un miliardo di veicoli.km annui nello scenario a regime). I benefici netti complessivi stimati evidenziano quanto segue:

  • Riduzione di oltre 3,5 milioni di tonnellate di CO2eq durante l’intera vita utile economica dell’opera (30 anni);
  • Decremento delle emissioni inquinanti di circa 700 tonnellate di PM10;
  • Risparmio di energia primaria per oltre 1 milione di Tonnellate Equivalenti di Petrolio (TEP).

Inoltre, la diversione modale consente di ottenere un risparmio di tempo di viaggio sia per gli utenti che abbandonano il trasporto stradale preferendo quello ferroviario, sia per coloro che continuano a utilizzare la rete stradale, i quali possono beneficiare di una riduzione della congestione e la conseguente riduzione dell’incidentalità. A ciò si aggiunge anche una riduzione dei costi operativi per l'uso dei veicoli privati ed una maggiore accessibilità e fruibilità del servizio di trasporto per tutti i cittadini.

Tramite questo approccio, Italferr evidenzia, quantificando i fattori chiave, la sostenibilità delle opere e mostrando quanto il progetto di una grande opera porti un concreto beneficio per la collettività. Le infrastrutture progettate da Italferr sono così in grado di contribuire al raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica fissati a livello nazionale ed europeo in termini di riduzione delle emissioni climalteranti e transizione energetica, favorendo il percorso verso l’elettrico e agevolando l’uso delle fonti rinnovabili nel settore trasporti.

Credit photo: Pietro Piraino, Italferr